Clima di diffidenza alle sessioni
negoziali, con i delegati dei paesi che non si fidano l’un l’altro e non
compiono “il primo passo” per giungere ad un compromesso sulle varie
questioni in gioco, che procedono dunque estremamente a rilento. Novità:
la piattaforma ADP non rinnoverà il proprio mandato e sarà sostituita
dall’APO per implementare l’Accordo.
La mattinata
di ieri (3 dicembre) si è aperta con una discussione sui contributi nazionali
volontari (INDCs), relativamente ad un dialogo di facilitazione che nel
2018-2019 dovrà fare un primo bilancio dell’andamento degli stessi.
E’ stato discusso poi un eventuale rapporto che l’IPCC
dovrebbe consegnare nel 2018 o 2019 sull’impatto di lungo periodo
dell’innalzamento delle temperature, al quale alcuni paesi sono propensi
a coinvolgere gli esperti dell’IPCC.
Infine, si è parlato del futuro della piattaforma ADP,
il cui compito era di raggiungere un accordo qui a Parigi e che quindi
vedrà il proprio mandato esaurirsi in questa conferenza. In
sostituzione, è stata annunciata la creazione dell’APO
("Ad hoc Working Group on the Paris Agreement"), che a partire dal 2016
avrà lo scopo di preparare l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi e
di convocare la prima sessione della Conferenza delle Parti aderenti
all’Accordo di Parigi (CMA).
Nel
corso del pomeriggio, invece, i Facilitatori dei vari gruppi di lavoro
informali hanno fatto il punto della situazione, che ha evidenziato una
situazione al momento critica: praticamente nessun progresso su adattamento, pre-2020, sviluppo tecnologico, meccanismi di compliance, finanza, trasparenza. Qualche progresso su mitigazione, preambolo e global stocktake.
Ciò
ha inevitabilmente portato alla crescita della tensione fra i delegati
governativi. In seguito ai report dei co-facilitatori dai vari meeting
informali, le Parti hanno cominciato ad accusarsi di ostacolare i
negoziati (gli uni) e di perdere tempo dietro il “gioco delle colpe”
(gli altri).
In particolare, il Sud Africa ha lamentato un progresso irregolare fra le varie sezioni, il Venezuela ha criticato apertamente il co-facilitatore, chiedendo più rispetto per i delegati; Tuvalu lamenta le scarse discussioni sul loss and damage per “colpa” dell’adattamento, che ha dominato le conversazioni (i due temi sono ancora sostanzialmente legati nella stessa sezione).
In particolare, il Sud Africa ha lamentato un progresso irregolare fra le varie sezioni, il Venezuela ha criticato apertamente il co-facilitatore, chiedendo più rispetto per i delegati; Tuvalu lamenta le scarse discussioni sul loss and damage per “colpa” dell’adattamento, che ha dominato le conversazioni (i due temi sono ancora sostanzialmente legati nella stessa sezione).
La Bolivia (per conto di G77 e Cina) e la Malesia
esprimono forte preoccupazione circa i negoziati, sostenendo di aver
lavorato sodo ma di aver ricevuto sempre risposte negative dai paesi
sviluppati, che hanno sempre proposto le opzioni “no-testo”.
Alle critiche ha risposto l’EU, che
ha invece lamentato preoccupazioni circa le esternazioni degli altri
paesi riguardo la presunta mancanza di flessibilità, sottolineando come
sia necessario andare oltre il “gioco delle colpe”: durante la
settimana, l’UE avrebbe infatti in realtà avanzato proposte di
convergenza e ritiene vi sia ancora la volontà politica per raggiungere
un accordo su tutte le questioni. Riguardo la finanza, l’Unione ha
ribadito l’impegno di raggiungere l’obiettivo di 100 miliardi e di
proseguire anche dopo il 2020 e di volere un obiettivo a lungo termine.
Infine il commento del Chair,
che ha ribadito come ogni singolo documento che abbiamo prodotto da
Ginevra in poi continuerà ad essere un non-paper fino ad adozione in
plenaria, e come restino circa 24 ore per finire i lavori in tempo, ma
che “qualunque cosa (testo, ndr) si decida di portare avanti, dovrà
essere accettabile per tutti: dobbiamo trovare un punto d’incontro”.
[Fonte: "Bollettino COP21 - Italian Climate Network" - Per informazioni: info@italiaclima.org]
RispondiEliminaLa Sig.ra MANECCHI Silvia la ha salvata della disonestà dei poveri africani assetati di denaro accordandomi un credito di 35000 euro su una durata di 5 anni affinché il mio sognati diventino realtà. Prego a tutti coloro che hanno potuto usufruire di questi servizi, di volere ritornare testimoniarne per permettere all'altra gente nella necessità, di potere trovare anche un ricorso affidabile. Vi lascio il suo
indirizzo professionale: silvia19manecchi75@gmail.com