lunedì 12 novembre 2012

Lettera al Corriere

Ecco la lettera che abbiamo scritto a sei mani: Pietro Tatarella, Mattia Calise ed io.
Pubblicata sul Corriere della Sera sabato 10 ottobre 2012 (qui).

Abbiamo meno di trent’anni e facciamo riferimento a tre schieramenti politici diversi, ma non ne facciamo né una questione generazionale né una questione di differenze politiche. Siamo semplicemente innamorati della politica, e vogliamo fare di tutto per lavorare di più e meglio per la nostra città. Già in un dibattito estivo che ci ha visto protagonisti, era emerso un comune disagio riguardo al funzionamento del consiglio comunale, alle energie gettate al vento, alla fatica di incidere davvero nei processi decisionali. Sappiamo che non è solo un problema di regole, ma sappiamo anche che il nostro regolamento ha degli aspetti da riformare radicalmente, perché non sono più al passo coi tempi e con la necessità di coinvolgere sempre di più la città. La verità è che oggi il mondo comunica con 140 caratteri, e il consiglio comunale di Milano sembra essersi fermato alla preistoria. È il gioco delle parti tra chi governa e chi deve opporsi, si dirà. Ma è un gioco che spesso non permette di discutere nel merito delle questioni e riduce tutto a una prova muscolare disumana e senza senso. Con la città, fuori, che si aspetta un'amministrazione efficiente e moderna, ma si ritrova testimone avvilita di uno spettacolo umiliante e persino diseducativo. Calvino direbbe "accettare l'inferno e diventarne parte al punto di non vederlo più": ecco, noi siamo convinti che il cambiamento possa arrivare dal lavoro trasversale di tutti coloro che credono che un modo diverso di lavorare per la propria città esista.
Efficientamento e migliore programmazione dei lavori dell’aula, rispetto dei tempi e delle persone, revisione del ruolo delle commissioni, digitalizzazione degli atti. Sono solo alcuni degli obiettivi che vorremo discutere al più presto, non appena la commissione affari istituzionali vorrà dare inizio a questo percorso. Se è questione di volontà, noi ci siamo. La città, indipendentemente da chi la governa e chi la governerà, si merita molto di meglio.


Mattia Calise (M5S)
Emanuele Lazzarini (PD)
Pietro Tatarella (PDL)