Eppur si muove. Sarà il caldo record di questi giorni, saranno le occasioni finalmente prese al volo, sarà quel che volete: a Milano si comincia a parlare di politiche di adattamento al clima, misure da prendere per tutelare persone, risorse naturali e infrastrutture dai fenomeni più violenti dovuti al cambiamento climatico, come esondazioni, ondate di calore, forti temporali.
Certo, sul fronte delle politiche ambientali i passi fatti in questo anno dall’amministrazione arancione sono stati molti: il rinnovo del Patto dei Sindaci (approvato il 9 luglio in Consiglio Comunale), il lavoro dei tecnici sul Piano per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAES, mai approvato dall’aula ai tempi della Moratti), la partecipazione ai bandi Smart Cities, gli sforzi – e i primi risultati tangibili – sul tema dell’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare.
Oggi si aggiunge un altro pezzo di questo puzzle, e finalmente si tratta di un passo in avanti sul tema della resilienza.
Questa di per sé è già una bella notizia, perché nonostante alcuni sforzi più o meno recenti, tanto apprezzabili quanto isolati (si pensi ai piani “caldo” e “freddo” o alla progettazione “a prova di esondazione” della linea M5), la nostra città non è mai riuscita a dotarsi di una vera e propria politica di adattamento, ovvero di quadro organico attraverso cui sviluppare quelle misure che oggi, a detta di mezza Europa, assumono un carattere così prioritario e urgente. E d’altronde lo si sa, troppo spesso in Italia ci si è arresi alla cultura dell’emergenza: reazioni scomposte ed emotive a fenomeni naturali avversi, che hanno impedito di mettere a punto con lucidità e lungimiranza strategie di lungo periodo per la tutela del territorio e dell’ambiente. Tanto più quando la “domanda politica” è quasi inesistente, come nel caso delle questioni legate al clima (al tema dell’adattamento ancor più che a quello della mitigazione).
L’occasione della svolta è stato un seminario organizzato ad Ancona nell’ambito di “EU Cities Adapt”, un programma della Commissione Europea per supportare le città nello sviluppo di strategie di adattamento al clima, a cui Milano ha scelto di partecipare l’11 luglio scorso. Il seminario ha rappresentato solo la “fase uno” di un percorso che offrirà a 21 città selezionate la possibilità di godere di consulenze personalizzate in merito alla progettazione, l’attuazione e la valutazione di politiche di adattamento, di scambiare esperienze e buone pratiche tra città, di espandere la conoscenza degli impatti urbani del cambiamento climatico.
Milano è tra i candidati, in attesa di selezione. Al di là di come andrà a finire, la buona notizia è che anche sul tema dell’adattamento il silenzio assordante del recente passato sembra aver lasciato il posto ad una sensibilità crescente e ad un attenzione che, se ben capitalizzata, potrà essere determinante per il futuro della nostra città.
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