Il testo di un mio arcticolo apparso su "Qualcosa di Riformista" pochi giorni fa.
Interesse privato, autorimessa, congestione. Basterebbero tre o
quattro parole chiave da incrociare più o meno casualmente su un
motore di ricerca per ricostruire con buona fedeltà il furioso
dibattito scatenatosi attorno alla sentenza del Consiglio di Stato
sulla sospensione di Area C, il provvedimento anti-congestione
attivato sei mesi fa dal Comune di Milano per limitare gli accessi
nel centro cittadino.
Certo, quando si tratta di sentenze commentare è lecito ma
rispettare è d'obbligo, anche quando, come in questo caso, si fa
proprio fatica a capire. Fatica a comprendere, fatica a digerire le
motivazioni della sentenza: "carenza di riferimenti nella
pianificazione delle politiche per la mobilità" e "presunta lesione
dell'interesse economico del soggetto ricorrente". Così si
legge.
Ma andiamo con ordine. La pianificazione, prima di tutto. È
vero, l'aggiornamento del Piano Urbano della Mobilità non è stato
ancora completato. Si sta lavorando all'affinamento delle linee
guida che verranno votate a breve in Consiglio Comunale, ma
formalmente l'ultimo riferimento utile è il piano del traffico
redatto nel 2003 dall'allora Sindaco Albertini (lo stesso che, sul
Corriere,
si schiera apertamente a sostegno di Area C). La questione,
comunque, è oggettivamente intricata. Ne è una dimostrazione il
fatto che su questo stesso tema, solo cinque mesi fa, il Tar, con
la sentenza che respingeva la richiesta di sospensiva di area C, si
esprimeva in maniera diametralmente opposta: "l'istituzione di Area
C trova aggancio nelle previsioni contenute nel piano generale del
traffico urbano approvato nel 2003" e "per tale ragione non
sembrano profilarsi violazioni…".
Ma veniamo al secondo aspetto, la decisione di tutelare
l'interesse del privato a fronte di una serie di benefici per la
collettività in termini di minor congestione (-34% di auto in
centro, -7% in periferia) e maggiore vivibilità urbana.
Innanzitutto, la lesione dell'interesse economico dei proprietari
di autorimesse è tutta da verificare: in generale, a fronte di una
sosta in superficie ancora troppo selvaggia, i garage risultano
relativamente vuoti e dunque con buoni margini di incremento dei
ricavi. Non è detto quindi che il calo in termini assoluti degli
accessi in centro determini un calo della sosta nei garage. La
recente convenzione tra il Comune ed alcuni autosilo cerca proprio
di porre rimedio a questo paradosso. Ma se anche il danno economico
fosse confermato, far prevalere questo tipo di interesse privato
rispetto a quello pubblico sarebbe come dire che bisogna fare la
guerra per tutelare i produttori d'armi: semplicemente
insensato.
Aspettando la sentenza del Tar che si esprimerà definitivamente
nel merito, oggi abbiamo l'occasione per rilanciare con forza le
politiche di mobilità sostenibile in chiave metropolitana, su cui
si gioca il futuro della nostra città. Ingredienti necessari:
coraggio, lungimiranza, occhi bene aperti all'Europa, ma anche
equilibro e realismo. Su Area C, che chiaramente è solo uno dei
tasselli, si studiano soluzioni migliorative "al rialzo". Se
un'estensione alla cerchia filoviaria non sarebbe forse sostenibile
vista la minor capillarità dei mezzi pubblici in periferia,
un'espansione "a macchie" in alcuni quartieri specifici potrebbe
essere la soluzione migliore. È chiaro che l'equilibrio è
delicatissimo: servirebbero ingenti investimenti proprio mentre il
quadro finanziario, già preoccupate, è aggravato dalle previsioni
di pesanti tagli nazionali sul trasporto pubblico. Ma è proprio in
questo passaggio strettissimo che Area C misura la sua forza: la
congestion charge ha dimostrato di generare risultati importanti,
sia in termini di flussi di mobilità sia in relazione al
trasferimento di risorse monetarie da chi usa l'auto a chi decide
(magari anche con qualche sacrificio) di muovesi in maniera
diversa. 30 milioni, al di là di tutto, sono un risultato
straordinario: liberare risorse per finanziare provvedimenti che
impattano in modo determinante sulla qualità della vita delle
persone diventa cruciale, e con Area C ci stiamo riuscendo.
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