venerdì 3 agosto 2012

Le (ottime) ragioni di Area C

Il testo di un mio arcticolo apparso su "Qualcosa di Riformista" pochi giorni fa.

Interesse privato, autorimessa, congestione. Basterebbero tre o quattro parole chiave da incrociare più o meno casualmente su un motore di ricerca per ricostruire con buona fedeltà il furioso dibattito scatenatosi attorno alla sentenza del Consiglio di Stato sulla sospensione di Area C, il provvedimento anti-congestione attivato sei mesi fa dal Comune di Milano per limitare gli accessi nel centro cittadino.
Certo, quando si tratta di sentenze commentare è lecito ma rispettare è d'obbligo, anche quando, come in questo caso, si fa proprio fatica a capire. Fatica a comprendere, fatica a digerire le motivazioni della sentenza: "carenza di riferimenti nella pianificazione delle politiche per la mobilità" e "presunta lesione dell'interesse economico del soggetto ricorrente". Così si legge.
Ma andiamo con ordine. La pianificazione, prima di tutto. È vero, l'aggiornamento del Piano Urbano della Mobilità non è stato ancora completato. Si sta lavorando all'affinamento delle linee guida che verranno votate a breve in Consiglio Comunale, ma formalmente l'ultimo riferimento utile è il piano del traffico redatto nel 2003 dall'allora Sindaco Albertini (lo stesso che, sul Corriere, si schiera apertamente a sostegno di Area C). La questione, comunque, è oggettivamente intricata. Ne è una dimostrazione il fatto che su questo stesso tema, solo cinque mesi fa, il Tar, con la sentenza che respingeva la richiesta di sospensiva di area C, si esprimeva in maniera diametralmente opposta: "l'istituzione di Area C trova aggancio nelle previsioni contenute nel piano generale del traffico urbano approvato nel 2003" e "per tale ragione non sembrano profilarsi violazioni…".
Ma veniamo al secondo aspetto, la decisione di tutelare l'interesse del privato a fronte di una serie di benefici per la collettività in termini di minor congestione (-34% di auto in centro, -7% in periferia) e maggiore vivibilità urbana. Innanzitutto, la lesione dell'interesse economico dei proprietari di autorimesse è tutta da verificare: in generale, a fronte di una sosta in superficie ancora troppo selvaggia, i garage risultano relativamente vuoti e dunque con buoni margini di incremento dei ricavi. Non è detto quindi che il calo in termini assoluti degli accessi in centro determini un calo della sosta nei garage. La recente convenzione tra il Comune ed alcuni autosilo cerca proprio di porre rimedio a questo paradosso. Ma se anche il danno economico fosse confermato, far prevalere questo tipo di interesse privato rispetto a quello pubblico sarebbe come dire che bisogna fare la guerra per tutelare i produttori d'armi: semplicemente insensato.
Aspettando la sentenza del Tar che si esprimerà definitivamente nel merito, oggi abbiamo l'occasione per rilanciare con forza le politiche di mobilità sostenibile in chiave metropolitana, su cui si gioca il futuro della nostra città. Ingredienti necessari: coraggio, lungimiranza, occhi bene aperti all'Europa, ma anche equilibro e realismo. Su Area C, che chiaramente è solo uno dei tasselli, si studiano soluzioni migliorative "al rialzo". Se un'estensione alla cerchia filoviaria non sarebbe forse sostenibile vista la minor capillarità dei mezzi pubblici in periferia, un'espansione "a macchie" in alcuni quartieri specifici potrebbe essere la soluzione migliore. È chiaro che l'equilibrio è delicatissimo: servirebbero ingenti investimenti proprio mentre il quadro finanziario, già preoccupate, è aggravato dalle previsioni di pesanti tagli nazionali sul trasporto pubblico. Ma è proprio in questo passaggio strettissimo che Area C misura la sua forza: la congestion charge ha dimostrato di generare risultati importanti, sia in termini di flussi di mobilità sia in relazione al trasferimento di risorse monetarie da chi usa l'auto a chi decide (magari anche con qualche sacrificio) di muovesi in maniera diversa. 30 milioni, al di là di tutto, sono un risultato straordinario: liberare risorse per finanziare provvedimenti che impattano in modo determinante sulla qualità della vita delle persone diventa cruciale, e con Area C ci stiamo riuscendo.

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