venerdì 10 gennaio 2014

Regolamento Edilizio: quando un articolo può cambiare una città

Sono passati venti mesi esatti dall'occupazione della Torre Galfa. Il primo Macao. Il primo grande elettroshock collettivo, che ha aperto gli occhi della città sull'assurdità di quei ventiseimila metri quadri inscatolati in una gabbia di acciaio e vetro, dell'ingiustizia di tutti i luoghi sottratti alla collettività e lasciati a morire nell'incuria, abbandonati nel cuore di una Milano così affamata di spazi da riscoprire e liberare.
Venti mesi fa c'era qualcuno che rivendicava, qualcuno che contestava, qualcuno che si indignava. Sicuramente tutti ci chiedevamo: come? Come fermare quel degrado, contrastare l'abbandono, restituire un senso pubblico a quei pezzi di città lasciati nell'incuria?
Venti mesi dopo abbiamo una risposta.
La piccola grande rivoluzione arriva con uno strumento che porta il nome di Regolamento Edilizio. E che prevede, in uno dei suoi articoli più importanti (il numero 12), che tutti gli edifici non manutenuti e non utilizzati da più di 5 anni e per almeno il 90% della superficie, possano essere, dopo un preciso iter amministrativo, restituiti ad una funzione pubblica.
Come? 
Il Comune, accertato lo stato di abbandono, potrà diffidare la proprietà ad eseguire interventi di ripristino e messa in sicurezza dell'edificio. I proprietari dovranno presentare un progetto preliminare per l'esecuzione degli interventi, e se non lo faranno, il Comune interverrà in via sostitutiva, addebitando il costo più una sanzione. Se poi l’intervento dovesse essere troppo oneroso o non immediatamente eseguibile dal Comune, si potrà attribuire ai beni in questione una destinazione pubblica.
In più, (!) se un soggetto che possiede immobili in disuso chiederà di costruire su aree libere, non gli verrà rilasciata l'autorizzazione fino a che non avrà avviato i lavori di ristrutturazione dell'immobile abbandonato.

Il Regolamento, licenziato dalla Giunta, è ora al vaglio della Commissione Urbanistica e arriverà a breve in Consiglio Comunale. Ci sarà sicuramente da lottare, ma portare a casa questo successo sarà davvero una vittoria storica per la nostra città. Una risposta alla speculazione immobiliare che ha trasformato, sventrato e poi abbandonato, una risposta al bisogno di spazi dove far vivere la città pubblica, quella disegnata con il Piano di Governo del Territorio e ora forte di un ulteriore, importantissimo, strumento di tutela.

Per consultare il testo ora in discussione (quindi non definitivo) clicca qui.

Emanuele Lazzarini


 

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