domenica 14 ottobre 2012

Piazza Fabio Chiesa, per sempre

L'intitolazione di Piazzale Fabio Chiesa, ieri pomeriggio, è stato uno dei momenti più emozionanti di questo anno di consigliatura. Una di quelle (pochissime) volte in cui ti rendi conto che l'istituzione e la città possono diventare una cosa sola, lavorando fianco a fianco, stessi desideri, stessi ostacoli, stesse gioie, stesse emozioni.
Non ho mai avuto la fortuna di conoscere Fabio. Quello che oggi so di lui viene dai racconti dei suoi amici e dagli occhi splendenti dei suoi compagni di strada.
Una cosa, tra tutte, credo di avere capito: che Fabio rappresenta esattamente la città che sogniamo, quella per cui lavoriamo, nel nostro piccolo, tutti i giorni. Fabio era un uomo normale e straordinario insieme, un artista e un sognatore, uno che si entusiasmava e costruiva, uno che ha lasciato in molti, anche dopo la sua scomparsa, il seme della gioia per le cose belle, seme che germoglia e cresce giorno dopo giorno sul palcoscenico del teatro Ringhiera, sulla sua piazza colorata e in tutto il quartiere di cui il teatro è diventato cuore pulsante e luogo di speranza.
E allora quella targa non ricorda solo Fabio, ma la sua idea di città e di vita, che poi è la nostra. Quella targa resterà lì per sempre, a ricordarci tutto questo. Come Calvino che ci invita a "far durare" le cose che in mezzo all'inferno, non sono inferno. Ecco, proprio così.



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