giovedì 24 marzo 2011

Mafia a Milano: un problema di cui parlare

La notizia è della settimana scorsa, ma sono almeno cinque mesi che l’argomento è diventato di portata nazionale, ovvero da quando quel “piccolo” miracolo televisivo, Vieni via con me, attraverso un monologo di Roberto Saviano aveva sbattuto in faccia a tutti gli italiani, in prima serata, la cruda realtà della mafia al Nord.
Non che prima nessuno lo avesse fatto: il lavoro sopra e sotto il palco di Giulio Cavalli ne è una dimostrazione stimabilissima, ma si sa, quando si buca il piccolo schermo l’impatto è devastante.

Il 15 Marzo, dopo 3 anni di indagini sono state arrestate 35 persone presunte affiliate alla ‘ndrangheta.
La cosa che mi colpisce di più è il silenzio sull’argomento. Come se bastasse tacere per eliminare il problema, come se non si fosse consapevoli che il silenzio non fa altro che favorire la malavita.
Negli ultimi anni (come descritto nella relazione della Dia, Direzione investigativa antimafia, del 2010) in Lombardia la ‘ndrangheta si sta evolvendo e ramificando sempre di più. La notizia delle indagini e degli arresti, quindi, non rappresenta che la punta di un iceberg. Un iceberg che ci è sempre piaciuto pensare distante, ma che ora abbraccia le nostre vite da buoni settentrionali con perfido amore.

Era palese che presto la mafia sarebbe sbarcata definitivamente anche al Nord: la perfetta macchina commerciale va a gestire i propri affari là dove i soldi girano di più, e dopo aver dissanguato il Sud ecco i boss che fanno i summit tra le corsie del Galeazzi e nei circoli Arci della provincia, e che chiedono il pizzo ai locali notturni. Ma le indagini, soprattutto, svelano come la ‘ndrangheta abbia contribuito alle maggiori opere pubbliche e private della nostra città: l'ex Fiera al Portello, l'ex Ansaldo di via Tortona, il parcheggio di piazza XXV Aprile, le metropolitane in via Comasina e in viale Zara, il sottopasso di Lambrate, i lavori per la Statale 36 a Monza e tante altre).
È un problema macroscopico, un problema che si fa ancora più fragoroso nel silenzio delle amministrazioni locali.

Proprio oggi sulle pagine del Corriere (edizione nazionale) è riportata una lettera del Procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone,  in cui spiega nel dettaglio il fenomeno della ‘ndrangheta al Nord e, ancora una volta, invoca la rottura dell’omertà, la resistenza civile davanti ai soprusi della malavita.
Ma la reazione forte, oltre che dalla società civile, deve arrivare a livello politico e amministrativo. Prima di tutto cominciando a parlarne, lasciando stare l’emotività e l’orgoglio di appartenere al Nord, pensando che la mafia sia un problema del Sud soltanto. È una problema di tutta l’Italia, è forse il più grande problema, più grande della corruzione e dell’evasione fiscale, che spesso ci dimentichiamo essere consequenziali a una radicata criminalità organizzata in tutto il Paese.
Ma cosa può fare il potere politico, in particolare l’amministrazione di una città come Milano?
Controllare l’assegnazione degli appalti, anche con una commissione antimafia in vista dell’Expo (perché è proprio dal cemento che le cosche traggono la propria linfa vitale), contrastare lo spaccio di droga in tutta la “filiera” (la ‘ndrangheta gestisce il più grande traffico internazionale di stupefacenti col Sudamerica), incoraggiare e mettere in condizione i cittadini di denunciare fenomeni di illegalità, investire in percorsi di educazione alla legalità.

“Quando si parla di criminalità organizzata, arriva come una sorte di malinconia finale: cosa possiamo fare di fronte a tutto questo? In realtà non tutto è scuro, ed è fondamentale parlarne. […] Una delle cose che le organizzazioni temono di più è l’agire da uomini, l’agire con dignità, il non piegarsi, il non chiedere come un favore ciò che ci spetta di diritto […]. Nel momento in cui ognuno di noi non fa il male, sta facendo arretrare loro e sta forse sognando un’Italia diversa.”

(Roberto Saviano, Vieni via con me)


Per approfondire:
Milano, le mani dei clan sui locali vip
Saviano: la Lega dica perchè tace sulla mafia infiltrata al nord.
'Ndrangheta, l'allarme della Dia: interazioni con imprese lombarde
Le mani della 'ndrangheta sulla Lombardia



www.votalazza.it
www.emanuelelazzarini.it

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