Ma al di là della posizione che si può avere sul tema nucleare, la realtà è che, nel mondo, i progetti riguardanti l’uso di energia pulita si stanno facendo sempre più strada.
Ne è uno splendido esempio il piano varato dal borgomastro di Berlino Klaus Wowereit con il quale si conta di avere entro il 2020 centomila auto elettriche circolanti per la capitale.
Il progetto è ambizioso ma è un emblema della capacità di dialogo fra poteri di estrazione culturale diversa in una democrazia efficiente come quella tedesca. Infatti, nonostante le distanze ideologiche tra potere centrale (governo di centrodestra guidato da Angela Merkel) e amministrazione locale (Wowerit è vicino alle posizioni della sinistra radicale) saranno stanziati 80 milioni di fondi pubblici. Il piano prevede la costruzione di colonnine per ricaricare le auto, incentivi per chi installa in casa propria un’adeguata presa per la corrente, l’appoggio della Mercedes e il contributo della Technische Universitaten per organizzare un network dei centri di ricerca.
Ma soprattutto (ed è solamente così che l'auto elettrica diventa davvero pulita) le colonnine saranno rifornite dell’energia prodotta tramite eolico e fotovoltaico nel Land di Brandeburgo, lo stato circostante la capitale.
Insomma, un ottimo esempio ma anche un monito: il futuro è questo. Rendere concrete le tecnologie che ci permettono di deturpare il meno possibile un Pianeta che è già abbastanza avvelenato da lunghi decenni di indifferenza. E penso a Milano, che non è mai stata protetta con un piano anti-smog che potesse incidere davvero, ma solo lasciata nelle mani di misure frammentarie e spesso del tutto inefficienti. E in una metropoli che domina le classifiche europee delle città più inquinate, una politica ambientale efficace sarebbe necessaria come l'ossigeno che non respiriamo più.
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