Oggi è 22 marzo, secondo giorno di primavera.
Ogni anno dal 1992, quando alle Nazioni Unite così si decise, 22 marzo è anche Giornata Mondiale dell'Acqua, un'occasione per porre l'acqua al centro del dibattito pubblico e per riflettere sulla sostenibilità della gestione delle risorse idriche a livello globale e locale.
Oggi, 22 marzo, ho presentato in Consiglio un ordine del giorno che racconta alcune cose (qui il pdf).
Racconta innanzitutto che proprio ieri, proprio a Palazzo
Marino, è stata presentata una ricerca Ispo che rivela che i cittadini milanesi
si dicono mediamente soddisfatti della qualità dell’acqua del Comune e hanno
sviluppato, negli anni, una crescente sensibilità per i temi ambientali, anche
in relazione al valore delle risorse idriche.
Ma. C’è sempre un ma.
Nonostante questi importanti
passi in avanti, prima di tutto la maggioranza dei milanesi (54%) fa ancora uso
di acqua in bottiglia, che, come noto, ha impatti ambientali devastanti, legati
sia al consumo delle falde acquifere dove avviene il pompaggio, sia all’enorme
consumo di energia e di acqua per produrre (e smaltire/riciclare) le bottiglie
di plastica; in secondo luogo, sembra esserci una sensibilità molto minore per
quanto riguarda il consumo di acqua nella produzione di cibo, che oggi pare
lontano dall’essere un fattore considerato nelle scelte individuali di consumo
di alimenti.
Già, la filiera alimentare. Quanti litri di acqua per produrre una patata? E quanti per produrre una bistecca dimanzo? Il tema di Expo 2015 – “Nutrire il pianeta, energia per la vita” – non
può non essere, già da oggi, un’occasione per innescare un ampio dibattito
sulla relazione tra acqua e sicurezza alimentare, e in particolare sulla
sostenibilità delle filiere alimentari in relazione all’uso più o meno
intensivo della risorsa idrica.
Cosa chiediamo al nostro Sindaco
e ai nostri Assessori?
Di moltiplicare gli sforzi affinché
il tema del diritto all’acqua e della gestione efficiente e sostenibile delle
risorse idriche siano posti al centro di un rinnovato dibattito pubblico.
Di sostenere e promuovere in
tutte le sedi – istituzionali, pubbliche e private – l’uso dell’acqua fornita
dall’acquedotto pubblico.
Di promuovere il diritto di
accesso all’acqua.
Di favorire e promuovere comportamenti
consapevoli e virtuosi nei consumi alimentari, nella misura in cui questi
impattano sul consumo di acqua, anche in relazione al tema e alle finalità di
Expo 2015.
Di adottare una Carta dell’Acqua
che sancisca l’impegno dell’Amministrazione nella difesa dell’acqua bene comune.
E infine, mettiamoci in gioco
noi. Valutiamo misure per stimolare il consumo di acqua del rubinetto negli
uffici comunali; valutiamo, alternativamente o complementariamente, la
possibilità di sostituire in tutto o in parte le forniture di bottigliette
d’acqua da mezzo litro con boccioni da 5 litri da sistemare su ogni piano; valutiamo,
quando proprio non si può fare a meno, di utilizzare bottiglie di vetro e non
di plastica.